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Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Writer Officina
Autore: Valentina Bindi
Titolo: Questo nostro mare
Genere Amore Eros Dramma
Lettori 3693 38 63
Questo nostro mare
L'estate sta volgendo al termine, manca poco meno di un mese e presto la routine comincerà come sempre, poche settimane e poi ci aspetta l'accademia musicale a Palermo. Stiamo passando le ultime settimane di vacanze al mare, fuori Palermo precisamente a Mondello, dove il padre di Roberto, il mio ragazzo, ha una casa per le vacanze e così ne abbiamo approfittato per venire in uno dei posti più belli di tutta la regione.
Siamo in spiaggia a prendere il sole tutti e due insieme perché il caldo è troppo per passeggiare.
Io e Rob ci conosciamo dal liceo, per dirla tutta frequentai la scuola con lui anche se era di un anno più avanti, ora ne ha ventisei mentre io venticinque. Sono uscita qualche volta insieme a Roberto prima di fidanzarmici, l'ho conosciuto proprio per questo, perché mi corteggiava anche se nella sua classe c'erano ragazze più belle di me, ma lui sin dall'inizio del mio secondo anno al Liceo Linguistico Cassarà, aveva intenzione di uscire con me e lo accontentai perché tramite un suo amico riuscì a chiedermelo in modo elegante e simpatico. Lo mollai quasi subito perché mi ci trovai più affine come amica che come fidanzata, nonostante avessimo sperimentato un bacio e poco più. Poi successivamente finito già il liceo a forza di continuare a chiedermi di uscire e per inerzia, come se volessi dimostrare a tutti che anche io potevo fidanzarmi quando mi pareva, nonostante le richieste non mancassero, lo accontentai.
A Mondello siamo venuti perché suo padre è benestante, lavora come avvocato e quindi Roberto può avere quello che vuole senza alcun problema. Stiamo prendendo il sole sulla bellissima spiaggia bianca, assaporando sul corpo quella sensazione di piacevole calore che piano piano comincia a levigarti e scaldarti la pelle, fino a che desideri solo immergerti nella freschezza dell'acqua. Come ogni giorno, però, attorno alle prime ore del tardo pomeriggio comincia a levarsi un leggero venticello, dovendoci così coprire un poco dalla sabbia che vola negli occhi infastidendo abbastanza.
Roberto è accanto a me, mentre osserviamo un bambino che sta facendo il bagno da solo nuotando a lunghe bracciate. Vorrei buttarmi in mare anche io, ma sono molto combattuta sull'orario e la brezza.
Roberto sta mangiando una pesca e me ne dà qualche spicchio, che con gentilezza accetto senza esitazione.
- Oh, che fai Carmela? Non ti butti? -
- No, tra poco si alza il vento e non voglio rischiare di ammalarmi. -
Lo guardo mentre con la testa mi asseconda dicendomi di sì. I suoi occhi sono azzurri come il più bello dei mari dinanzi a noi: cristallini e profondi.
Roberto si alza e va verso la riva, poi con calma torna e riavvicina il suo telo a quello mio. Un bambino con il cappello in testa gioca con il secchiello e le formine sulla riva, la madre lo ignora e lui fa finta di niente, arriva di fronte a noi con il vento che si sta alzando e ci fa bagnare con qualche goccia. Rabbrividisco per la sensazione di freddo sulla pelle, gentilmente il bambino mi sorride e mi porge una conchiglia e io di rimando sorrido felice, accettandola con grazia, mentre la madre scusandosi viene a prenderlo portandolo sotto il proprio ombrellone. Mi volto verso Roberto che sta osservando in giro le persone senza aver dato particolarmente conto a quel gesto per lui privo di importanza, poi con uno scambio di sguardi gli faccio capire che voglio rientrare, perché ormai si sta facendo una certa ora e non ho più voglia di rimanere.
Casa di Roberto non è molto lontana, giusto dieci minuti di camminata. Comincio a preparare la mia borsa mettendoci dentro la crema solare; un libro che mi sono portata e una bottiglietta d'acqua ormai vuota.
Durante la strada del ritorno ci fermiamo ad un piccolo camioncino all'angolo della strada e prendiamo una bevanda fresca per togliere la secchezza estiva dalla gola. Siamo davanti all'ingresso della villa, in questo momento il giardiniere sta pulendo, dopo aver appena tosato l'erba, lasciando così nell'aria un piacevole odore di erba e di fresco che si mischia al caldo.
Roberto mi prende per mano accompagnandomi al piano superiore nella camera dove dormiamo assieme.
Mi bacia con dolcezza, mentre siamo appena entrati in camera e lo ricambio con passione, ci sdraiamo con delicatezza sul letto.
- Carmela sei bellissima, non riesco a resisterti. -
- Grazie amore. -
Restiamo per un po' a farci le coccole sul letto e poi a turno ci facciamo una doccia, cambiandoci per la sera, che prevede una cena in giardino con tanto di barbecue e vino a volontà.
Mentre sono al bagno ad asciugarmi i capelli quel poco che basta, dato anche il grande caldo e il cielo ancora illuminato dalla fievole luce, mi lascio asciugare dal vento, mi osservo il viso allo specchio in cerca di qualche difetto che sono solita trovarmi. Prendo la matita per truccarmi e traccio una linea continuata e intensa per tutto il contorno dei miei occhi, esaltandone il colorito scuro, come fossero la corteccia di una quercia.
Mi passo anche un mascara che dà un tocco deciso e per finire il rossetto, rendendo la mia bocca molto più carnosa e rossa come una rosa. Ogni qualvolta mi guardo allo specchio rivedo in me il volto di una ragazza che un tempo era diversa, forse più solare e vivace, ma al contempo in cerca di un qualcosa che neanche io so cosa sia.
Esco dal bagno e trovo sul letto un vestito rosso e corto, a vederlo capisco subito che Roberto lo ha scelto dall'armadio dove tengo gli abiti eleganti. Lo indosso e non ricordavo nemmeno che mi sarebbe stato così aderente, mi arriva poco sopra le ginocchia ed ha uno scollo ampio, mi stringe i fianchi ed il seno mettendoli in risalto.
Scendo le scale andando verso l'ampia cucina con molte vetrate, cerco con gli occhi Roberto, che non vedo e non trovo per il resto della stanza. Forse è uscito. Vado in giardino verso il gazebo e vedo il barbecue che inizia a fumare. Le luci dei piccoli lampioni si scaldano attendendo il calare del sole che ormai è prossimo.
- Ei, piccola mia sei bellissima! -
Mi dà un bacio passionale e continuo a baciarlo non rendendomi conto che mi sto facendo prendere troppo dal desiderio di lui senza prestare attenzione alla persona di fronte a noi. Quando me ne accorgo mi stacco subito da Roberto, che ridendo, mi presenta lo sconosciuto.
- Scusami amore, sono stato maleducato e vedendoti così bella non ti ho presentato il mio amico. Si chiama Diego e l'ho invitato qui a cenare con noi perché era da solo. Diego lei è la mia ragazza, Carmela. -
Lo saluto con un po' di imbarazzo per la foga con cui io e Roberto ci stiamo baciando e mi sento avvampare. Il ragazzo esce dalla penombra e sorride porgendomi la mano. Cavolo, è a dir poco un bel ragazzo. Non so che mi prende, ma dopo la stretta della sua mano ho provato molteplici sensazioni e devo prendermi un bicchiere di vino.
- Come vi conoscete? -
Mi hanno raggiunta sedendosi insieme a me al tavolo e voglio proprio sapere come facciano a conoscersi, perché io in due anni che sto con Roberto non l'ho mai visto.
- Lui vive qui a Mondello. È figlio del nostro giardiniere e una volta è venuto a sostituire suo padre e per caso io ero qui per qualche giorno in vacanza, così abbiamo fatto amicizia e ogni tanto ci vediamo. Non c'è mai stata occasione di presentartelo perché o tu non c'eri o lui era fuori in barca con suo nonno per delle settimane a pescare lontano. -
- Vivi qui solo l'estate o sempre? - mentre sorseggiavamo del buon vino rosso gli faccio qualche domanda.
- Io ci vivo sempre. Faccio ogni genere di lavoro, quanto mi basta per vivere e godermi i giorni. -
Ha una voce molto profonda e seria.
- Capisco. Ei, Roberto? Che mangiamo? -
La mia domanda è ovvia, perché il barbecue fuma da un po' e la legna sembra ardere come deve per poter mettere sopra a cucinare qualcosa.
- Ho preso stamattina del pesce fresco da arrostire e qualche verdura. Vi vanno bene? -
Io e Diego facciamo cenno di sì con la testa.
- Bene, allora vado a prenderli. Intanto voi parlate e bevete pure. -
Roberto va verso la cucina a prendere tutto quello che serve, mentre io e Diego rimaniamo da soli di fronte ai nostri bicchieri semi vuoti di vino, mi sento un pochino in imbarazzo. Fortunatamente dopo dei minuti di silenzio imbarazzante è proprio Diego a tirar fuori un qualsiasi argomento pur di parlare.
- Tu che fai? Lavori? -
- No, ho studiato all'università fino allo scorso anno e mi sono laureata in lingue e letteratura moderne all'università di Palermo. Poi sotto consiglio di Roberto questo anno mi sono iscritta all'accademia musicale, ma nel mentre cercherò un lavoro altrimenti non so come mantenermi per il momento. -
- Complimenti! Sei una ragazza intraprendente. Ammiro le persone così, ma tu da quanto è che stai insieme a Roberto? Mi ha sempre e solo accennato che aveva una ragazza, ma non che fosse una cosa seria. -
La sua frase mi fa trasalire, per quale motivo non lo ha fatto?
- Stiamo insieme da due anni, anche se lo conosco dai tempi del liceo. Però solo poco dopo l'ho considerato come un vero e proprio fidanzato. -
- Cavolo. Allora è seria la storia! Non ne sapevo proprio niente, ma sai lo conosco da circa un anno e mezzo e non sempre ci vediamo o sentiamo. Capita solo quando lui è qui e vede mio padre, allora sì che ci vediamo. Però è proprio strano che non mi abbia mai detto niente. Chiederemo a lui. -
- Sì, in effetti voglio sapere anche io perché non ti abbia riferito ciò. Tu cosa ne pensi di lui? -
La nostra conversazione viene interrotta però, perché fa ritorno proprio Roberto con il cibo e tutta la roba pronta per essere messa in tavola. Diego lo aiuta con il barbecue, cucinando insieme a lui mentre io apparecchio la tavola sistemando ogni cosa al posto giusto, ogni tanto osservo i due ragazzi darsi da fare e mi sorprendo molto interessata a scoprire i movimenti di Diego, mi sento strana perché questo ragazzo mi trasmette qualcosa di piacevole e rilassante o forse è stato il vino. Non so dirlo, poi quando tutto è pronto sediamo assieme a mangiare e bere tra una parola ed un'altra trascorre il tempo.
- Roberto... mi ha detto il tuo amico che tu non gli avevi mai parlato di me, perché? -
Lo vedo sussultare e subito dopo rubarmi un bacio.
- Se gli avessi parlato subito di te, sicuramente ti avrebbe portato via da me. -
C' è un silenzio tombale e poco dopo sguardi fugaci tra le quali scoppia una risata dei ragazzi facendomi sentire presa in giro.
- Sta scherzando logicamente. Allora, che mi dici Carmela? Ti piace qui? - Diego mi parla soavemente quasi come un sussurro.
- Sì, molto. Mi piacerebbe andare a fare una passeggiata più tardi. -
Roberto sbuffa vistosamente, e passandosi la mano sulla sua barbetta, lo sento farfugliare qualcosa e so che quando dice le cose senza farsi sentire è ovvio che non ha voglia.
- No dai. Ti prego Carmela io sono stanco. -
Diego nota il mio sguardo deluso e sembrò volesse rimediare senza che ne avesse davvero il compito.
- Se non ne hai voglia posso andarci io. -
Roberto ci scruta a lungo e alzando le spalle dice di sì.
- Va bene, non fate troppo tardi eh! -
Sorrido e gli do un bacio, beviamo il caffè e dopo qualche altra chiacchiera Roberto ci saluta andandosene molto stanco a dormire, mentre io e Diego usciamo per andare a passeggiare per il golfo così bello e delicatamente illuminato nelle sere d'estate.
Passeggiamo tra le bancarelle gremite di persone, perlopiù turisti, che cercano qualcosa da comprare e portare con sé come un ricordo indelebile di una vacanza italiana. Osservo con allegria le bancarelle che vendono conchiglie di mare con disegni della finissima spiaggia bianca e ne ammiro i contorni. Diego si guarda intorno come se per lui niente fosse così nuovo. Sembra annoiato.
- Scusami Diego, non ho pensato che ti potessi annoiare. Per me è tutto nuovo, è la mia prima estate qui. Che cosa ti andrebbe di fare? -
Si volta stralunato verso di me come se non stesse ascoltando.
- Perdonami, stavo pensando e non ho sentito. -
Sorrido e ripeto quanto detto prima.
- Dicevo... che cosa ti andrebbe di fare? Mi sembra che ti stia annoiando. -
- No! Assolutamente, non pensarlo. A me piace passeggiare qua e non mi capita spesso di farlo con qualcuno. -
Mentre mi sorride allegramente mi sento un po' triste per lui, mi sembra un bravissimo ragazzo e in questa zona di mare lo vedo quasi sprecato per dei lavori così duri e una vita monotona, ma se è quello che lui desidera non posso far altro che invidiarne la semplicità della vita.
- Però dimmelo se vuoi cambiare posto. Io non ho nessuna preferenza, anzi se conosci qualche luogo di particolare ti invito a mostrarmelo! -
Sembra cercare nell'aria e tra i volti della gente una risposta per me.
- Sì! Ho in mente un posto che sicuramente ti piacerà. Ti va di venire in moto con me? -
Sussulto un momento all'idea di allontanarmi con lui.
Andiamo verso la sua moto che è parcheggiata nella via della villa di Roberto, non ci ho fatto caso quando siamo usciti di casa che fosse lì.
- Ti piacciono le moto eh? - mi dice vedendomi intenta ad analizzarla con scrupolosità.
- Sì! Molto, allora dai che modello è? -
- Be', non credo tu possa conoscerlo. -
Lo squadro serrando gli occhi e ride divertito prendendosi gioco di me, faccio la finta offesa.
- Va bene, allora torno a casa. Ciao, ciao. -
Mi prende per la mano trattenendomi e provo un brivido allo stomaco mollando subito la presa.
- Dunque è una Guzzi anni Ottanta, il modello è un V1000 G5 ed era di mio padre, ma sin da ragazzino ci facevo giri e imparai subito a guidarla, lui molto allegramente me la donò al compimento dei miei diciotto anni lo scorso anno. -
Rimango perplessa non tanto per la moto, ma riguardo la sua età.
- Tu hai solo diciotto anni? -
Siede sulla moto e mi osserva pensieroso.
- Già. Non li porto proprio bene eh? Quanto mi avresti dato? -
Ancora non riesco a crederci.
- Be'... almeno venticinque! Credevo avessi la stessa età di Roberto. -
Scuote la testa.
- Eh no, compio gli anni a ottobre. È un problema se sono così - piccolo - ? So guidare lo stesso. -
- No, assolutamente. Sono solo rimasta stupita perché non mi aspettavo tu avessi solo diciotto anni, comunque sarà meglio andare se questo posto è lontano. -
Sorride divertito.
- Non è lontano, ma andare in moto farà il suo effetto. -
Salgo dietro di lui e indossando il suo casco partiamo alla volta del misterioso posto. Diego viaggia per tutto il tragitto senza indossare niente e un po' sono in pensiero per lui.
Giungiamo in una decina di minuti e quando mi guardo intorno nonostante sia ormai sera e tutto scuro, noto una scogliera immensa e frastagliata ricca di vegetazione e scorci enormi di un mare infinito. Diego rallenta vistosamente e si sofferma in uno spiazzale scendendo dalla moto ed aiutandomi a farlo, ci avviciniamo a molti arboscelli che danno vita a una zona selvaggia quasi rurale nella sua bellezza. In lontananza si sente il rumore delle onde infrangersi negli scogli e subito dopo essere risucchiate per poi tornare ancora insistentemente verso la stessa meta.
- Allora, che ne pensi? -
Non trovo ancora parole per descriverlo perché sono catturata dall'ambiente e dalla tranquillità che c'è in un posto così bello.
- Mi chiedo che colori abbia da quassù il mare durante le ore più calde del giorno. -
Diego sorride con fierezza conscio di quale fosse il suo colorito.
- Se lo vedessi non torneresti mai indietro, aspetteresti sempre il passare della notte per giungere ancora all'alba e rivedere lo splendore di questo mare. -
Mi volto verso di lui sentendomi dentro quelle parole così profonde, mi sento pervadere da una familiarità che non provavo con nessuno, come se al mondo non esistessero problemi o momenti tristi, come se fossi in un limbo fatto di eden.
- Deve essere molto bello. Vero? -
- Ha un colore azzurro intenso e spesso se osservi meglio sembra quasi smeraldino, ci sono stato molte volte a pescare. Sai qui puoi trovare tantissimo pesce buono, di solito pesco con mio nonno i ricci. -
- Ma poverini! Come puoi mangiare dei ricci? Io non ne sono amante perché me ne dispiaccio troppo. -
Scoppia in una grossa risata dandomi una pacca sulla spalla.
- Comunque... volevo farti una domanda. -
Diviene improvvisamente serio.
- Dimmi. -
Sospira e andandosi a sedere su una piccola roccia mi parla tranquillamente.
- Cosa ci fai con uno come Roberto? Non fraintendermi... è un ragazzo bellissimo e piuttosto benestante, ma ciò che intendo io è il suo carattere. -
Rimango sorpresa della sua domanda e mi sento spaesata, come se mi avesse chiesto qualcosa di estremamente difficile a cui dare una risposta così su due piedi.
- Non saprei dirlo, ma con lui sto bene. Mi trasmette sicurezza e non litighiamo mai. -
Si sofferma a pensare sulle mie parole.
- Non è un bene che non litighiate mai, anche le coppie più unite lo fanno. Anche il fatto che lui non mi abbia mai parlato di te... lo trovo strano. -
Fa fresco in cima alla scogliera e il venticello lieve mi fa venire la pelle d'oca talvolta, lo scialle estivo che indosso non basta a darmi un po' di sollievo e così mi avvicino alla moto, sedendomi sopra la sella percependo ancora il calore che emana il motore. Diego mi guarda pensando di aver detto qualcosa di sbagliato perché lo vedo abbassare lo sguardo e osservarsi i piedi calciando dei piccoli sassolini dalla forma strana.
- Scusami. Non sono affari miei e non dovevo dirti niente di simile. -
- Figurati. Hai solo fatto delle semplici domande, tranquillo. -
Sorride malinconicamente. Rimaniamo in silenzio per tutto il tempo, con solo il rumore della natura e del mare che vuole imporsi sui nostri pensieri, come a dimostrare che dinanzi a lui si deve solo restare a contemplarlo e ignorare ogni cosa che vuole farci male all'anima e allo spirito.
- Torniamo, Carmela? -
Dico di sì e in sella alla sua moto con qualche pensiero in più facciamo ritorno alla villa di Roberto salutandoci ed augurandoci una buona notte. Lo osservo allontanarsi lentamente e, prima che svolti verso destra si volta, rimaniamo per un minuto intero a guardarci per poi vederlo sparire nella notte.
Trovo Roberto sopra le lenzuola mentre si fuma una solita Lucky Strike, sorseggiando del whisky e leggendo un romanzo generico. Appena mi vede aprire la porta, posa il libro sul comodino, soffiando via nubi di fumo intenso mi scruta a lungo.
- Come è andata la serata? -
Prima di rispondere mi appresto ad aprire la finestra, in quanto odio che poi rimane odore di fumo per tutta la notte nella camera.
- Bene, abbiamo fatto una passeggiata tra le bancarelle e poi un giro in moto. -
Quando dico della moto, si alza mettendosi seduto con la schiena poggiata alla parete, sorseggiando le ultime gocce di whisky spegne la sigaretta e mi sorride, è un sorriso nervoso lo capisco subito.
- In moto? E dove siete andati? -
- Sulla scogliera ad Addaura. -
Mi fa cenno di avvicinarmi e lo ascolto andando a sedermi al suo fianco poggiandogli una mano sul petto nudo.
- Mi dispiace di non averti portato fuori, ma almeno spero tu abbia passato una buona serata. -
Dico di sì e mi sento un po' in colpa per aver scambiato parole e pensieri con Diego, non so per quale motivo mi sento in colpa perché non ce n'è nessun bisogno di esserlo. Mi bacia tirandomi e lo contraccambio mettendomi sopra di lui sentendo la voglia che ha di me. Provo un brivido intimo e lo bacio ancora con più foga, scambiandoci i nostri sapori e in un breve lasso di tempo mi spoglia completamente e mi fa sua come tutte le volte che già lo sono diventata. Facciamo l'amore per lunga parte della notte senza sosta fino a non avere più fiato nei polmoni, ci addormentiamo accaldati con la finestra aperta che ogni tanto fa trapelare una scia di vento fresco.
Valentina Bindi
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