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Autore: Paolo Arigotti
Titolo: Il collegio dei segreti
Genere Romanzo Storico
Lettori 3942 66 74
Il collegio dei segreti
E' esistita una resistenza tedesca contro Hitler? Chi furono coloro che trovarono il coraggio di opporsi, spesso a rischio della vita propria e dei familiari, ad uno dei regimi più violenti e repressivi che il mondo abbia conosciuto?
La Germania del Terzo Reich ha conosciuto Wiederstand e Opposition, resistenza e opposizione: c'è stata una parte del popolo tedesco che ha lottato contro il regime.
La ragione per la quale non se ne è parlato più per tanto tempo è che dopo la guerra il processo di - denazificazione - ha spesso coinciso con la teorizzazione di una - colpevolezza collettiva - , il che rendeva quasi impossibile parlare di una resistenza tedesca: più semplicemente è stata operata una sorta di rimozione della memoria.
Probabilmente l'unico episodio in qualche modo riconducibile a tale filone, ripreso dalle cronache storiche, oggetto di film e libri di successo, fu la sedizione interna, sfociata nell'attentato alla vita di Hitler del 20 luglio 1944, ordita da ristretti circoli oligarchici e militari, con l'obiettivo di mettere fine ad una guerra ormai irrimediabilmente perduta; per il resto le voci, individuali e collettive, che tentarono di levarsi contro Hitler, sono rimaste a lungo in disparte, quasi invisibili, alimentando l'idea di un regime nel quale non c'era spazio verso nessuna forma di deviazione rispetto all'ideologia ufficiale, grazie ad una martellante propaganda e ad un apparato repressivo molto efficiente.
Il collegio dei segreti, al di là della trama, vuole restituire dignità e memoria a questi eroi, troppo presto dimenticati per ragioni politiche o di opportunità, collegate alla storia tedesca ed europea del secondo dopoguerra.
Non si tratta di personalità straordinarie, ma di comuni individui, a volte semplici ragazzi e ragazze (una per tutte Sophie Scholl, giustiziata nel 1943, alla quale è dedicata la citazione che apre il libro), che maturarono la consapevolezza delle ingiustizie che venivano perpetrate attorno a loro.
Un insieme di piccole storie private incastonate nel più grande fitto ricamo della grande Storia. Piccole, eppure emblematiche, come le prove di coraggio, fatte di salvatori e salvati. Come nella vita e nell'esperienza comune si incontrano anime belle e anime brutte, i buoni e i malvagi.
La trama, dopo un breve prologo che vede il ritrovarsi di due vecchie amiche, a distanza di anni da una serie di tragici eventi che le videro protagoniste e che segnerà il loro destino, si snoda in un arco temporale circoscritto dalla seconda metà degli anni Trenta quando la guerra incombeva, fino ai primi anni Quaranta, quando era già scoppiato il più sanguinoso conflitto mai combattuto.
Partendo dall'inizio, si torna indietro nel tempo, al 1936, subito dopo i giochi olimpici di Berlino, con l'arrivo nella capitale tedesca della piccola Edda e di suo padre, un diplomatico italiano inviato in Germania in virtù dei legami di amicizia con Galeazzo Ciano; la decisione del genitore di iscrivere la figlia – orfana di madre - in un collegio privato d'élite, dove vengono accolte ed istruite ragazze appartenenti alle famiglie della - Berlino bene - di quegli anni, si rivelerà fatale.
L'altera ed enigmatica direttrice del collegio, la signorina Braun, è un'indiscussa autorità al suo interno, eppure nonostante guidi un'istituzione che opera grazie alla protezione di influenti esponenti del regime, ci sono piccoli episodi che lasciano intendere alla piccola Edda - e non solo a lei- che la donna non sia una convinta nazista; un posto di rilievo spetta al professor Heinlein, docente di educazione civica e sostenitore dichiarato del regime
Edda stringerà amicizia con alcune allieve, tra cui Greta, figlia di un vecchio aristocratico e suo fratello Mark, del quale finirà per innamorarsi; sarà grazie a lui che conoscerà il mondo dei giovani non allineati col sistema educativo nazista.
Incontreremo anche la piccola Ariel, un'altra ospite del collegio, e due bambine di origine rom, Sabine e Kristal, sfuggite all'arresto e deportazione; le loro vicende si incroceranno con quelle degli altri protagonisti.
Completano il quadro alcuni personaggi negativi (l'ispettore Volker o la governante Severa), per lo più servitori o delatori del regime, una specie molto diffusa all'epoca che, per tornaconto o semplice meschinità, avrebbero gettato vicini o conoscenti nelle maglie dell'apparato repressivo nazista.
Alla fine di tormentate ed intricate vicende, coloro che sopravvivranno a guerra e persecuzioni faranno scelte profondamente diverse, inevitabilmente influenzate dai loro trascorsi.
Il romanzo va ad aggiungersi alla particolare produzione letteraria dell'autore, dedita alla storia, alla tragedia del periodo nazi-fascista, alle testimonianze di dolore, di disperazione, di violenza, di morte, ma anche di lampi di orgoglio, di fierezza, di coraggio, di disperato amore per la vita.
Un cenno, infine, all'immagine di copertina, sulla quale campeggia la bandiera della Hitlerjugend (la gioventù hitleriana), ma sovrastata e ripiegata, quasi schiacciata da alcuni tipici oggetti di studio, originali dell'epoca, come quaderni e pennino, a significare il valore della cultura e dell'educazione, capaci di sconfiggere le idee violente e totalitarie.


Sinossi Il collegio dei segreti, romanzo di Paolo Arigotti

E' esistita un resistenza tedesca contro il nazismo? Se si, chi furono coloro che trovarono il coraggio di opporsi, spesso a rischio della vita propria e dei familiari?
Un episodio noto alle cronache storiche, oggetto di film e libri di successo, fu la sedizione interna, sfociata nell'attentato alla vita di Hitler del 20 luglio 1944, ordita da ristretti circoli oligarchici e militari, con l'obiettivo di mettere fine ad una guerra ormai irrimediabilmente perduta.
Nel rimandare ad altre e ben più degne analisi storiche dell'evento, quel che preme sottolineare è che furono tante le voci, individuali e collettive, che tentarono di levarsi contro Hitler, perfino nell'ambito di un regime oppressivo ed intollerante verso qualunque forma di deviazione rispetto all'ideologia ufficiale.
L'opera che vi apprestate a leggere vuole, al di là della trama, restituire degna memoria a questi eroi, troppo presto dimenticati per ragioni politiche collegate alla storia tedesca ed europea del secondo dopoguerra.
I personaggi e le loro vicissitudini, frutto della fantasia dell'autore, hanno lo scopo di dare a questi uomini e donne dimenticati un nome, un volto ed una storia; ogni riferimento a persone o fatti realmente esistiti o accaduti è del tutto casuale.
Non si tratta di personalità straordinarie, ma di comuni individui, a volte semplici ragazzi e ragazze (una per tutte Sophie Scholl, giustiziata nel 1943), che maturarono la consapevolezza delle ingiustizie che venivano perpetrate attorno a loro.
La vicenda inizia con un incontro, o meglio un ritrovarsi, tra due vecchie amiche, a distanza di anni da una serie di tragici eventi che le videro, loro malgrado, protagoniste.
Si torna così indietro nel tempo, al 1936, subito dopo i giochi olimpici di Berlino, con l'arrivo nella capitale tedesca della piccola Edda e di suo padre, un diplomatico italiano inviato in Germania in virtù dei legami di amicizia con Galeazzo Ciano; la decisione del genitore di iscrivere la figlia – orfana di madre - in un collegio privato d'elite, dove vengono accolte ed istruite ragazze appartenenti alle famiglie della - Berlino bene - di quegli anni, si rivelerà fatale.
L'altera ed enigmatica direttrice del collegio, la signorina Braun, è un'indiscussa autorità al suo interno, eppure nonostante guidi un'istituzione che opera grazie alla protezione di influenti esponenti del regime, ci sonopiccoli episodi che lasciano intendere alla piccola Edda - e non solo a lei- che la donna non sia una convinta nazista.
Edda stringerà amicizia con alcune allieve del collegio, tra cui Greta, figlia di un vecchio aristocratico e suo fratello Mark, del quale finirà per innamorarsi; sarà grazie a luiche conoscerà il mondo dei giovani non allineati col sistema educativo nazista.
Incontreremo anche la piccola Ariel, un'altra ospite del collegio, e due bambine di origine rom, Sabine e Kristal, sfuggite all'arresto e deportazione; le loro vicende si incroceranno con quelle degli altri protagonisti.
Al pari della direttrice, il professor Heinleinè in apparenza un fervente sostenitore del regime, ma rivelerà un volto del tutto diverso, così come Annelise, altra allieva del collegio, imparentata alla lontana con la famiglia Goebbels.
Un cenno a Quinnici, collega di lavoro del padre di Edda, che collaborerà con quest'ultimo in un rischioso doppio gioco, che si rivelerà tragico per entrambi.
Completano il quadro alcuni personaggi negativi (l'ispettore Volker o la governante Severa), per lo più servitori o delatori del regime, una specie molto diffusa all'epoca che, per tornaconto o semplice meschinità, avrebbero gettatovicini o conoscenti nelle maglie dell'apparato repressivo nazista.
Alla fine di tormentate ed intricate vicende, coloro che sopravvivranno a guerra e persecuzioni faranno scelte profondamente diverse, inevitabilmente influenzate dai loro trascorsi.

Passi scelti tratti da Il collegio dei segreti
Alle centinaia di migliaia di uomini e donne tedeschi morti per essersi opposti al nazionalsocialismo (dedica iniziale del romanzo)

Le due percorsero il lungo corridoio che portava al grande salone; la disposizione della casa non era cambiata, anche se ovviamente mobili e suppellettili non erano più gli stessi; non c'erano più quelle bandiere, né i ritratti alle pareti. (capitolo 1)

Padre e figlia giunsero a Berlino alla fine dell'estate del 1936.
La città recava ancora i segni dei giochi olimpici conclusi poche settimane prima.
Una grande manifestazione grazie alla quale il Terzo Reich si era presentato al mondo come una nazione moderna ed organizzata, dissimulando gli aspetti più repressivi della dittatura.
Hitler aveva presenziato a numerose gare e manifestazioni, mostrandosi particolarmente affabile con i personaggi del jet set internazionale convenuti nella capitale tedesca da ogni angolo del mondo. (capitolo 2)

Il collegio Braun gli era stato raccomandato da una lontana parente di Magda, anche lei berlinese di nascita.
L'uomo amava molto la città natale della moglie; originario di Bolzano, vi aveva vissuto per diversi anni e lì si era laureato in lingue e letteratura tedesca agli inizi del 1928, per poi tornare in Italia per insegnare, prima nei licei e poi all'università, dove sarebbe stato tra i più giovani docenti. (arrivo al collegio)

Non potevano immaginare che avevano appena assistito al passaggio di alcuni importanti dignitari nazisti che si recavano ad un incontro, passato alla storia come la conferenza di Wansee; fu in quella occasione che si discussero svariati aspetti nella prospettiva della cosiddetta soluzione finale della questione ebraica.
A presiedere la riunione sarebbe stato l'uomo che pilotava il velivolo, il generale e numero due delle SS Reynard Heydrich. (capitolo 17)

Gli insegnanti, a cominciare da Heinlein, la trattavano come un'estranea e le sue compagne non erano da meno.(accoglienza nella nuova scuola)

La disfatta di Stalingrado e l'inizio dei bombardamenti aerei su Berlino avevano messo la parola fine ad ogni ulteriore illusione, mentre si inseguivano sempre più insistenti le voci su quanto avveniva nei campi dell'Europa orientale.
L'aiuto fornito da suo padre alla famiglia di Ariel gli aveva fatto capire che pure lui non era più allineato col nazismo. (la guerra ed i campi)

"Non siete certo nella condizione di divagare o farci perdere altro tempo" lo bloccò Volker "La vostra è una posizione molto precaria, dovreste capirlo da solo."
Il professore non rispose, dimostrando un sorprendente sangue freddo.
Volker ne fu colpito, ma non lo diede a vedere.
"Siete colpevoli di un grave reato: espatrio clandestino e falsificazione di documenti."
"Stavamo solo cercando di metterci in salvo."
"Per quale ragione vi consideravate in pericolo?"
"Vi volete prendere gioco di me? Dato che già lo sapete, vi ricordo che siamo ebrei."
"Quindi secondo la vostra opinione, un ebreo correrebbe dei rischi se non lascia il Reich?" (un tentativo di fuga)
Paolo Arigotti
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