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Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Autore: Salvatore Scalisi
Titolo: Il mistero dei due clochard scomparsi
Genere Thriller
Lettori 3339 27 54
Il mistero dei due clochard scomparsi
Diciassettesimo episodio di Parker.

La donna distesa sul letto si stringe al suo uomo, baciandolo teneramente sulle labbra.
- A cosa stai pensando? - gli chiede Norah.
- ... nulla – risponde Parker.
- No, non ci credo – replica lei, accennando un sorriso.
- Mi vedi così distratto? -
- Un po'. -
- Spero che non sia nulla di drammatico – dice con tono ironico, Parker.
- Be', mi auguro di no – risponde sulla stessa falsariga la donna. - La verità è che siamo presi totalmente dal lavoro, non è così? -
- In qualche modo, sì. -
- Anche quando vogliamo separarcene. -
- Già. È davvero una condanna. -
- Non essere duro con te stesso, non puoi farci nulla, ami il tuo lavoro con cui hai stretto un legame indissolubile. -
- L'unico legame che ho ... -
- No – Norah lo zittisce posando il dito indice della mano destra sulla sua bocca. - Non voglio che ci sia una competizione tra me e il tuo lavoro. -
- ... non c'è nessuna competizione, te l'assicuro – afferma Parker.
- Sicuro? - gli chiede sorniona, Norah.
- Hai qualche dubbio? -
- Può darsi. Perché non provi a togliermelo? -
- Con vero piacere – dice Parker, baciandola appassionatamente.

***

- È un caso particolare – dice Norah, seduta in cucina a fare colazione.
- Ti riferisci ai due clochard scomparsi? - le chiede Parker, accomodato dinanzi mentre spalma del burro e marmellata di ciliegie su una fetta di pane.
- Sì. Conosco l'ambiente e so quanto sia difficile che qualcuno possa avere a cuore le sorti di questa povera gente. Stento quasi a crederci che per far luce sulla loro scomparsa sia stato ingaggiato il famoso detective privato John Parker. -
- Nulla è così scontato, la vita ci sorprende sempre – risponde l'uomo. - Fortunatamente il mondo non è ancora sotto il dominio del diavolo, esistono degli agguerriti angeli i quali non hanno nessuna intenzione di abbandonarci ad un possibile triste epilogo. -
- Sì, ed io ho la fortuna di conoscerne uno – replica con un'espressione compiaciuta, Norah.

***

Parker, parlando degli angeli sapeva a chi si riferisse e chi avesse in mente in quel momento: Sarah. La volontaria della mensa dei poveri, la quale, insieme ad alcuni suoi colleghi, ha affidato al detective l'incarico di trovare, o quantomeno di avere notizie sui due clochard scomparsi. Non è passato molto tempo da quando si sono visti, ma il detective intende rivederla per meglio approfondire alcuni punti non ancora del tutto chiari. Il luogo dell'appuntamento è sempre lo stesso: la mensa dei poveri.
- Se lo desidera, può gustare la nostra cucina, anche se probabilmente siamo fuori orario rispetto alle sue abitudini – dice Sarah, all'interno della struttura, mentre sfilano gli indigenti, i quali, con in mano il vassoio con sopra le vivande, vanno a sedersi nei tavoli.
- Sì, di solito a quest'ora, se ne ho l'occasione, faccio merenda piuttosto che cenare – risponde Parker.
- La capisco, ma purtroppo non possiamo fare diversamente; ognuno dei volontari ha la sua famiglia a cui dedicarsi, quindi capirà che siamo costretti ad anticipare la preparazione della cena. -
- Certo. Be', qualcosa potrei mettere sotto i denti. -
- Senza timore? -
- No. Perché, do questa impressione? -
- Sa, per alcuni mangiare in questi posti equivale a una tortura. -
- Davvero? Comunque, io ho la pelle dura. -
- Ne sono convinta, signor Parker. Vogliamo sederci? -
- Con vero piacere. -
I due occupano un tavolo posto al margine della sala, su cui poggiano il vassoio con le vivande: un primo al sugo, una fetta di carne di vitello arrosto con contorno di insalata, e una mela. La coppia inizia a gustare il primo piatto.
- ... non è male – afferma Parker.
Sarah l'osserva compiaciuta.
- ... ho preso in mano il suo caso ... nel senso che me ne sto occupando a tempo pieno. Non è che prima lo trascurassi ... - afferma il detective.
- Gli impegni in corso non gli permettevano distrazioni – replica Sarah.
- Già. Comunque nulla è stato trascurato. -
- Ci credo. Ha voluto vedermi per dirmi qualcosa? -
- Da quel poco che ci sono dentro ho capito che non sarà per nulla facile giungere all'epilogo del caso – dice Parker.
- Ultimamente mi era sembrato alquanto determinato; intende mollare? - chiede la donna.
- Non vorrei che mi fraintendesse, la parola mollare non rientra nella mia filosofia di vita, dico solo che ci troviamo di fronte ad un caso difficile, se non altro per il fatto che ci dà pochi punti di riferimento e, come se non bastasse, si respira un forte clima di omertà, forse tipico dell'ambiente. -
- Sì, di solito chi vive in strada è di poche parole e non ama, come si suol dire, sprecare fiato. Non la prenda come una forma di diffidenza personale, questa gente si sente tradita e abbandonata a se stessa, non ha più fiducia in nessuno. -
- Come non capirli – dice il detective, osservando gli ospiti nella mensa, mentre in rispettoso silenzio consumano la loro cena. - Molti senza fissa dimora scompaiono nel nulla senza dare più notizie di sé, giusto? -
- Sì, è vero – risponde Sarah. - Ed è una cosa molto triste su cui ci sentiamo impotenti. -
- Continuo a ripetermi, perché proprio loro? Insomma, non mi è chiaro il motivo di tanto interesse a rintracciarli. E perché all'interno dell'ambiente nessuno ha voglia di toccare l'argomento della loro scomparsa? Sa, io a volte ho come un sesto senso ...-
- Cosa dice il suo sesto senso? - gli chiede la donna.
- Ho l'impressione che lei non mi abbia detto tutta la verità, sicuramente in buona fede, ma è così. -
- Cosa glielo fa supporre? - replica Sarah.
- È quello che mi piacerebbe sapere; al momento si tratta di una semplice sensazione. -
- Per me erano delle care persone con i quali si era creato un legame d'affetto che andava oltre il rapporto tra volontario e assistito. Non so se ho reso l'idea ... -
- Sì, direi proprio di sì. -
- Come va il resto del menu? - dice la donna.
- Niente male – risponde Parker, mentre mette in bocca un pezzetto di carne arrosto. - ... davvero niente male. Immagino che fossero speciali ... mi riferisco ai suoi due amici scomparsi. -
- Sì, molto speciali. -
- Già. E lei lo era per loro. -
- Non gliel'ho mai chiesto. -
- Rientra nella vostra filosofia di vita dare senza ricevere nulla in cambio. -
- Sì, è così – ammette Sarah, accennando un dolce sorriso. - Sa, la vedrei bene all'interno della nostra associazione. -
- Davvero? Da cosa lo deduce? -
- Dalla sua ricchezza d'animo, lo si percepisce. -
- Crede che ciò possa bastare? - dice Parker.
- Be', quantomeno sarebbe un buon punto di partenza - risponde Sarah.
- Non lo so, non mi ci vedo in questa veste, forse sarà dovuto al fatto che non ho mai sufficientemente tempo al di fuori del lavoro. -
- Mai essere prevenuti. -
- Già. –

***

Nella stanza adibita a palestra, Ted, con una mossa di Judo, scaraventa Parker giù al tappeto e, ponendosi sopra il suo corpo, lo immobilizza con una stretta al collo, costringendo il detective a battere la mano sulla pedana in segno di resa.
- Io non ti ci vedo - dice Ted, rialzandosi.
- A cosa ti riferisci? - risponde Parker, rimettendosi in piedi.
- Come volontario. E non perché tu non sia di animo buono, io credo che per fare certe cose bisogna avere una certa predisposizione, capisci cosa voglio dire? Non è nel nostro DNA. -
- Sì, può darsi che tu abbia ragione. Comunque, non mi sono promesso di andarci, quindi il problema non si pone. Non capisco come mai tu abbia preso questo argomento. -
- Sai, ti ho visto un po' giù, parlo a livello mentale più che fisico, può darsi che tu sia ancora preso dalle parole della volontaria, che ci stia pensando su; per carità, non ci sarebbe nulla di strano. -
- Ehi, non starai parlando sul serio, perché se è così, riprendiamo di nuovo e vediamo se dopo avrai ancora voglia di dire cazzate. Allora, cosa dici? -
- Riposati, ne hai bisogno. Alla prossima. -
- Non finisce qui - dice Parker.
- Sì, ci credo - replica Ted, accennando un sorriso.

***

Sarah è una brava donna e non potrebbe essere altrimenti, verrebbe da dire, ma non sempre è così, la vita ci insegna che non sempre quello che appare corrisponde a verità. Ovunque nel mondo c'è tanta ipocrisia, anche nei luoghi e nelle persone più insospettabili. Parker, quindi, non mette in dubbio la credibilità della volontaria, ci mancherebbe altro, ma intende avere il quadro della situazione più chiaro, iniziando proprio da lei.
- Cosa vuoi sapere su di lei? - dice Rob, seduto a un tavolo di un bar con l'amico Parker, in compagnia della solita “bionda”.
- Qualsiasi cosa possa renderci utile – risponde il detective.
- Continuo a non capirti. Conosco Sarah. -
- Quanto? - gli chiede Parker.
- Tanto quanto gli altri ospiti, né più né meno – risponde Rob.
- Come gli altri, dici? Lo stesso discorso vale anche con i due uomini scomparsi? -
- Penso di sì; dove vuoi arrivare? -
- Che domanda è? Scoprire che fine hanno fatto i tuoi ex compagni di sventura. -
- Ho capito. Cercherò di sapere di più di lei. -
- Ben detto, amico. -
- Però non ti garantisco nulla. -
- Quello che conta è la buona volontà. –

***

Si cerca di ricostruire gli ultimi momenti in cui sono stati visti i due senza fissa dimora, andando a visitare il luogo dove di solito trascorrevano la notte. Si tratta di una piccola stazione in disuso. Parker ci va in tarda serata, sperando di trovare qualcuno. Ed è così. Sul posto, all'interno della sala di attesa, ci sono tre clochard distesi su altrettante panchine in legno, pronti ad addormentarsi. L'arrivo del detective non li aiuta di certo a conciliarsi col sonno.
- Salve, mi dispiace disturbarvi. Ecco, vorrei farvi qualche domanda sui vostri due amici scomparsi; non vi ruberò molto tempo. -
- E cosa vorrebbe sapere? - dice uno dei tre, rimanendo disteso.
- Se per caso aveste qualche idea dove possono essere andati. Magari vi hanno accennato qualcosa, tra amici ci si confida. -
- Amicizia è una parola grossa, non le pare? Qui si convive, cercando di non creare problemi - dice l'uomo, mentre gli altri due rimangono in silenzio. - Perché li cerca? -
- Be', per sapere se stanno bene. So che dormivano qui. -
- Sì, in quelle due panchine vuote. Lo saranno ancora per poco se non si rifaranno vivi. Cos'è il loro angelo custode? O semplicemente un poliziotto? Cos'hanno fatto? -
- Nulla. Desidero semplicemente trovarli. -
- Bene, non li ha trovati. Mi sa che deve cercarli altrove. Ora, se non le dispiace, vorrei dormire. -
- Certo. Se doveste ricordarvi qualcosa ... -
- Sì, lo so, ci faremo sentire. -
- Nient'altro da aggiungere? -
- Non credo. -
- Ok, tolgo il disturbo - dice Parker, consapevole che non caverà un ragno dal buco.

***

Se si vuole che le indagini proseguano sul giusto binario è bene sapere vita, morte e miracoli dei due senza fissa dimora scomparsi. E su questo, nemmeno a dirlo, ci pensa Jennie. In che modo la bionda segretaria riesca sempre in tempi rapidissimi a reperire le più svariate informazioni, rimane un mistero sia per Parker che per Ted.
- Rich, trentenne, è il più giovane dei due – dice Jennie, seduta davanti alla scrivania. - Nato e cresciuto a Los Angeles, a sedici anni abbandona la scuola. Genitori separati che non vede da parecchi anni, ha un fratello di tre anni più grande, trasferitosi a Boston, con il quale ha chiuso definitivamente ogni rapporto, appena dopo poco tempo essere finito in strada. -
- Un bel quadro familiare, non c'è che dire – osserva il detective, seduto dietro alla sua scrivania. - Cosa mi racconti dell'altro? -
- Il suo nome è Matt, quarantenne, Afroamericano, non sposato, la sua famiglia d'origine è sparsa in tutti gli States, uomo ribelle di natura, motivo per cui è stato invitato più volte negli uffici della polizia a dover dare spiegazioni sul suo comportamento irascibile. -
- Non è un buon motivo per far perdere le sue tracce – osserva Parker.
- Il loro spigoloso carattere e la posizione di indigenti non possono ritenersi motivi validi per darsi alla macchia – interviene Ted, seduto a fianco di Jennie. - Per me le paure della volontaria sono fondate, su questo ci metterei la mano sul fuoco. -
- Sono d'accordo – dice la donna.
- Ok. Siamo tutti d'accordo che non si sono dati alla fuga, né hanno voluto concedersi una vacanza, ipotesi peraltro esclusa da Sarah, a questo punto rimane un'unica strada percorribile – dice Parker.
- Che conduce a un triste epilogo – commenta Ted.
- Già. E questo avvalora la mia sensazione. -
- Ti riferisci alla dolce e simpatica volontaria? - gli chiede Jennie.
- Esatto. Per me questa meravigliosa donna continua a nasconderci qualcosa, e non è escluso che ciò possa avere una rilevanza importante sul caso dei due uomini scomparsi. -
- Ho capito dove vuoi arrivare, desidereresti conoscere alcuni dettagli sulla sua vita privata. -
- Senza violare la sua privacy, si intende. -
- Mi sono permessa di raccogliere sulla donna alcune informazioni utili – dice Jennie.
- Ti stavo aspettando – risponde Parker
- È una donna sposata. -
- Su questo non avevo dubbi, le ho visto la fede al dito. -
- Sembra che il rapporto col marito, uno stimato medico, sia buono su tutti i fronti. Non hanno figli, nonostante la loro unione duri da dieci anni. Purtroppo, su quest'ultimo dettaglio non ho fatto un'indagine scrupolosa ... -
- Sei giustificata. -
- La graziosa Sarah conduce una vita ineccepibile, dividendosi tra casa, lavoro e volontariato. Ah, dimenticavo, anche lei è un medico, per l'esattezza una radiologa. Presta servizio presso un noto ospedale non molto distante in linea d'aria dove lavora il marito. Al momento non sono riuscita a sapere altro, in modo particolare sulla sua vita privata, cosa che suscita il tuo maggiore interesse. -
- Sì, è così. C'è un nostro caro amico che al riguardo potrebbe esserci utile. -
- Rob. -
- Già. È un tipo tosto su cui puntare ad occhi chiusi e, quando gli si affida un lavoro, non sta certo a risparmiarsi. -
- Non a caso, quando serve, lo integri nella nostra squadra. È un privilegio che spetta a pochi. -
- Di qualcuno bisogna pur fidarsi – se ne esce con un sorriso, Parker.
Salvatore Scalisi
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