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Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero).
Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici, dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie capacità senza la necessità di un partner, identificato nella figura di un Editore.
Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori, arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia.
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Autore: Giampiero Daniello
Titolo: Il morso della Luna
Genere Horror
Lettori 3576 27 53
Il morso della Luna
Condannata inconsapevolmente sin dalla nascita, Sara cresce in un paesino di montagna nel nord America, circondato da alte montagne e foreste rigogliose, una cittadina chiamata Southcreech. Una cittadina di poche migliaia di anime dove la vita trascorre tranquilla e pacifica nel freddo clima invernale, dove la gente si conosce e sa tutto di tutti. Le temperature rigide induriscono gli animi della gente rendendoli restii ai cambiamenti della modernità. La neve copre tutto ed imbianca il paesaggio rendendolo quasi magico. La sua vita scorre serena per tutti gli anni dell'adolescenza, tra la scuola, pochi amici e l'affetto dei suoi genitori, fin troppo premuroso e quasi asfissiante. Una bellissima ragazza, Sara, di una bellezza fuori dal normale, quasi selvaggia. Il suo corpo, procace sin dall'età dello sviluppo, la imbarazza, rendendola spesso oggetto di scherno da parte dei suoi coetanei, ancora troppo intenti a giocare piuttosto che ad ammirare le sue forme. Spesso nella crescita, maledirà le sue curve, comparse sul suo corpo fin troppo precocemente. Al compimento della maggiore età, in una notte di luna piena, la sua vita cambia radicalmente, facendola cadere in un incubo senza fine. Il suo copro inizia a cambiare sotto i colpi sferzanti della trasformazione. Inizia a mutare trasformandosi in quella che diventerà una belva sanguinaria assetata di carne e sangue, assetata di vite umane, con artigli e zanne; una belva mandata dall'inferno a flagellare gli uomini mentre ad ogni luna piena, da quel momento in poi, farà scempio di corpi e di vite umane nascondendosi nell'ombra e nel buio della foresta. Il corpo cambia aspetto e da dolce ragazza diventa un vero e proprio mostro affamato e feroce, pronto a dilaniare i corpi delle sue vittime. La polizia inizia a trovare resti dei corpi sparsi per la foresta, ma nonostante l'atrocità degli eventi, non si sbilancia e continua a cercare il killer che compie simili atti di ferocia inaudita. Si pensa ad una persona malata, capace , una volta uccise le vittime, di divorarne i corpi, una persona disturbata venuta dal nulla, che ha scelto la cittadina di Southcreech come territorio di caccia, una persona affetta da cannibalismo probabilmente. Neanche lontanamente si accarezza l'idea di un mostro che non sia umano. Le vittime inizieranno ad essere rilevanti tanto che la notizia di questi atroci delitti, fa il giro del mondo e Southcreech, da cittadina tranquilla e sonnolenta, si trasforma in brevissimo tempo in un via vai di giornalisti e fotografi, di giornali e televisioni, pronti ad immortalare ogni particolare di quegli orribili omicidi. La polizia continua a brancolare nel buio, non riuscendo a trovare prove concrete, ma nelle notti di luna, i cittadini del posto cominciano a morire ed a cadere sotto i colpi della belva, che come un fulmine a ciel sereno piomba sulla città nelle notti di luna, per scomparire al''alba come fumo nel vento. Saranno soprattutto giovani a morire, coppiette che nonostante i divieti ed il coprifuoco indetto dalla polizia locale, si apparteranno per scambiarsi effusioni; e chi dovesse imbattersi nella belva, non avrà mai modo di raccontare ciò che realmente ha visto. Southcreech si riempie di cronisti, giornalisti ed operatori video mandati dalle maggiori testate giornalistiche dello Stato. Il caos diventa palpabile, mentre i suoi cittadini, sempre meno gradiscono la presenza di così tanta gente, sicuramente anche per il clamore che la notizia dei continui omicidi crea intorno ad essa. Le notizie rimbalzano in rete come impazzite, riempiendo il mondo intero. L'ennesimo serial killer viene battezzato e marchiato a fuoco con il sangue di quella città. La polizia locale, non senza risentimento, è costretta a chiedere l'aiuto all'FBI per la risoluzione del caso, che però sembra ancora tranquillamente celato nell'ombra. Sara alle prime luci dell'alba, dopo le notti di luna, si sveglia nella foresta, nuda ed infreddolita, coperta di graffi e piena di sangue ormai congelatosi addosso. La lucidità delle sue azioni, non tarda a venire, scaraventandola ogni volta nel panico e riempiendola di rimorso e colpa. La sua mente vacilla pericolosamente, sa di essere un mostro, ma non trova da sola il coraggio di uccidersi, ben sapendo che solo in quel modo, avrebbe messo fine alle sofferenze sue e degli altri; ben sapendo che nessuno mai sarebbe stato in grado di fermarla. La sua lotta interiore tra ciò che è realmente e ciò che ormai solamente in un bellissimo sogno desidererebbe essere, la divora ogni volta che si risveglia persa ed indifesa nel folto della foresta, coperta di foglie e ghiaccio, oltre che con il sangue delle sue vittime sparso ovunque. Il suo incubo peggiore, quello che ormai l'assale ogni notte da quando ha iniziato a trasformarsi, è trovare nei suoi ricordi quell'enorme buco nero che la inghiotte. Come e perchè è diventata il mostro che la gente bramerebbe così tanto uccidere, quale tremenda maledizione l'ha colpita e perchè. Nei suoi sogni agitati, tra flash luminosi come lampi d'estate di artigli che sferrano colpi e di zanne che addentano carne, questo più di tutti riempie la sua mente di orrore e terrore. Il bruciante desiderio di una vita normale si scontra quotidianamente con l'incubo della realtà. In città arriva Dave, giornalista di città, innamorato del suo lavoro e con una passione innata per la cronaca nera. Restio alle regole, Dave ha condotto sempre una vita fatta di eccessi e sregolatezze. Nel suo tempo libero la sua più grande passione sono sempre state le ragazze, l'alcool e di tanto in tanto qualche party selvaggio a base di cocaina e fiumi di whisky. Le sue notti brave sono sempre trascorse tra locali della movida americana e party esclusivi in ville con piscine. Non sa ancora che quel viaggio gli cambierà la vita per sempre. Nel frattempo, le notti di luna si alternano e Sara continua ad uccidere senza pietà, costantemente logorata e frustata dal rimorso e dalla consapevolezza che riaffiora all'alba puntuale come la morte a darle un tormento senza fine. Nella frenesia di quei giorni di Gennaio, per nulla abituato a quel freddo polare, Dave maledice il suo capo per averlo spedito in quelle terre dimenticate da Dio, anche se l'interesse per il caso lo stuzzica non poco. Mentre Sara cerca sprazzi di normalità nella sua vita orrendamente crudele, conosce un ragazzo di nome Martin in un locale un sabato sera senza luna dopo che il manto nero della morte è sceso implacabile sulla città ancora una volta. Altre vittime sono cadute sotto i colpi della belva e lei, stremata dalla colpa e desiderosa di vivere normalmente, decide di concedersi una serata normale, fatta di gente normale, di gente che si diverte e che spensierata, riesce ad intrattenere rapporti ancora normali con altri suoi coetanei. Il bisogno poi, fisico di sentire il calore di una persona vicina, la spinge ad uscire ed a dimenticare per una sola notte i suoi incubi. A lei piace e in un disperato bisogno di avere un uomo accanto a se, cede alle sue avance e lo porta a casa. Fanno l'amore ma il mattino seguente, divorata dal terrore di poter far male anche a lui, nel caso in cui avessero continuato a vedersi, lo allontana, ripiombando nel dolore della sua vita – non vita. Esce di casa dopo la discussione e finisce in un fast food seduta ad un angolo tra le lacrime e l'indifferenza della gente a bere caffè amaro ed a rimurgianre sui suoi peccati e su quanto pesante sia la sua condanna. E' li che incontra Dave, lui la nota e le si avvicina, folgorato da tanta bellezza e dal fatto che una ragazza così bella non dovrebbe mai rimanere da sola. Nota in lei un velo sui suoi occhi, una tristezza infinita che lo incuriosisce e lo spinge a cercare di conoscerla meglio. E' subito attratto da quella ragazza così fragile, così misteriosa, le chiederà di frequentarsi ancora, anche perchè, essendo del posto, potrebbe aiutarlo nel lavoro con dei dettagli sulla vita della gente o con particolari che ai giornalisti venuti da fuori potrebbero essere sfuggiti. Per lei nutre immediatamente un'attrazione particolare, nuova anche per lui, quasi ipnotica e sembra che anche lei provi immediatamente la stessa cosa. E' stato il destino a farli incontrare ed il destino li farà avvicinare in maniera irreversibile. Dal momento in cui si incontrano, in qualche modo le loro vite cambieranno, soprattutto quella di Dave. Dopo una piacevole chiacchierata davanti ad un caffè caldo, si scambiano i numeri di telefono con la promessa di incontrarsi ancora. Tornano le notti di luna e Sara è costretta a fuggire di casa per nascondersi nella foresta, prima che il cambiamento possa avere la meglio su di lei e relegarla tra le mura domestiche. Sarebbe quasi come gridare al mondo intero “ sono qui, sono io il killer spietato che ammazza e dilania...,venitemi a prendere. “ Martin la incrocia sul marciapiede di casa, sta andando da lei per chiederle di uscire ancora , ma la vede fuggire e la segue nel folto della foresta. Mai decisione sarà così sbagliata, Sara non sente il ragazzo chiamarla, in preda al panico ed ai dolori che l'assalgono sempre prima di ogni cambiamento. In preda a spasmi, fugge via rifugiandosi nel fitto della boscaglia. La luna è ormai alta in un cielo terso e gelido. Le chiederà ancora una volta un tributo di sangue. Martin non tornerà mai più a casa. I suoi resti saranno trovati in un capanno abbandonato nel bosco. Del suo corpo, rimarrà ben poco su cui poter indagare. Sara aveva rifiutato di uscire con Dave quel sabato di luna e solo Dio Sa quanto avrebbe invece voluto farlo. Si era ritrovata a dover fuggire dalla sua condanna inutilmente e Martin ne aveva pagato le conseguenze, solamente perchè aveva sentito di doverci riprovare con lei e d aveva pagato con la vita la scelta di raggiungerla quella sera. Gli incubi tornano puntuali ogni notte ma il buio che l'ha sempre avvolta nel cercare di ricordare come tutto sia cominciato, finalmente l'abbandona rivelandole una sconcertante verità. I ricordi di ciò che è successo l'avvolgono come un serpente avvolge la sua preda, stringendola in una morsa sempre più soffocante. Riesce a ricordare tutto la notte successiva alla morte di Martin, forse il senso di colpa ormai insostenibile la libera almeno da questo terribile fardello. Ricorda dei suoi genitori quando le dicevano che avrebbe avuto sempre un legame molto particolare con la foresta, ricorda di lunghe passeggiate e quelle parole che per le orecchie di bambina erano ancora incomprensibili. Il racconto di lei nata morta, portata dal padre fuori al gelo in una notte di luna a chiedere aiuto ad un Dio o ad un diavolo, o a chiunque potesse dargli una mano per quel corpo esanime avvolto nelle coperte. Ricorda le parole del padre e le sue lacrime quando cercò di spiegarle che solo dopo urla e grida in quella notte ghiacciata, illuminata solamente dai raggi di una luna piena e luminosa, quel corpicino senza vita riprese a vibrare ed a piangere. Ricorda quando, secondo quanto raccontato dal padre, le lacrime di dolore si sono trasformate in lacrime di gioia nel vedere quel corpo muoversi e tremare dal freddo. Da li in poi , un crescendo di emozioni accavallarsi nella sua mente sconvolta. E finalmente, dopo tutti questi ricordi sconvolgenti, quello peggiore della sua vita. La morte dei suoi cari per mano di quel mostro che sbranava gli uomini. Il ricordo liberatorio e terribile di lei che si trasforma e che vaga nella foresta. I fari di un'auto lungo il ciglio della strada ad illuminare la notte. Il rumore dell'auto che sbanda e si schianta contro un albero. Le urla di terrore di quelle persone ancora vive nell'abitacolo, ma che avrebbero di gran lunga preferito morire, piuttosto che guardare negli occhi colei che gli avrebbe tolto la vita. Impietriti dalla paura per la visione di quella orrenda creatura, i genitori di Sara rimasero inermi ed impotenti di fronte alla sua mostruosità. Il ricordo della telefonata della polizia che annunciava la morte dei suoi genitori il giorno dopo e le catene che l'avevano imprigionata in questo incubo infinito. Tutto ciò Sara lo aveva rimosso, come se non fosse mai accaduto. La sua mente sconvolta aveva dimenticato tutto l'orrore di cui era stata capace; ma finalmente, in quella notte di ricordi, il blocco che le aveva sempre impedito di ricordare era caduto. Per disgrazia o per fortuna, quel muro era caduto rivelandole però la più terribile delle verità. Si era liberata di un peso che ormai la stava sopraffacendo, ma era riuscita a ricordare l'orrore di quella notte. Aveva ucciso i suoi genitori e li aveva sbranati. Avrebbe certo, con il senno di poi, desiderato più della sua vita, non riuscire mai a ricordare un'atrocità simile. Nulla sarebbe mai più stato come prima. La libertà di un fardello svanito le aveva però donato il ricordo di una condanna ancora più grande. Dave, dall'incontro con Sara, inizia ad avere delle strane sensazioni e man mano che i giorni passano, aumentano strani ed inquietanti pensieri nella sua mente. Le foto che il commissario Foster gli ha mostrato, delle prime due vittime appena giunto in città, vorticano nella sua mente come impazzite, confondendolo. Non riesce a scrollarsele di dosso, rimane folgorato dall'atrocità di quelle immagini anche se riteneva essere abituato a vedere cadaveri. Lo hanno indubbiamente segnato per la crudeltà degli scatti e per la efferata ferocia con cui sono stati compiuti. In una gelida mattina uggiosa, si ritrova senza sapere come, solo nella foresta, come in preda ad un trance oscuro e misterioso e non ne riesce a spiegarsene il motivo. Non si è mai sentito così a disagio in vita sua. Una sensazione opprimente che gli toglie il respiro. Un panico primitivo ed ancestrale,lo avvolge imprigionandolo in una morsa di ghiaccio. Da un lato vorrebbe rimanere in città per conoscere meglio Sara , sicuro che abbia qualcosa di oscuro da dirgli, dall'altro, impaurito per ciò che gli sta accadendo, vorrebbe fuggire via lontano e non mettere mai più piede in quella città. Sono oscure e molteplici le sensazioni che lo segnano e che lo stanno facendo cambiare nel modo di vivere la sua vita. Spensierata e leggera, inizia ad acquistare dei colori molto più intensi e corposi e pericolosi soprattutto. Le sue mille domande su cosa stesse succedendo realmente in città, iniziano a lasciare il segno sul suo corpo e nella sua mente, sempre più nel caos. Dave riesce ad uscire con Sara nei giorni a seguire, dopo che lei aveva rifiutato un suo invito il sabato di luna in cui aveva perso la vita Martin ed il rapporto intimo che si sta creando viene quasi dal nulla. Tutto molto naturale e semplice. Come se si conoscessero da mille anni, i due si trovano in una perfetta quanto stranissima simbiosi. L'alchimia che si crea tra i due è quasi magica ed ipnotica. Dave sente a pelle che Sara nasconde qualcosa di oscuro e Sara avverte con estrema naturalezza di potersi fidare di lui. Due anime gemelle, fatte incontrare per il gioco di uno strano destino. I due si piacciono e decidono di incontrarsi ancora. La luna intanto ritorna prepotente a reclamare da Sara il suo tributo. Quella luna che magicamente le ha ridato la vita , ora splende alta in cielo, brillante nei suoi raggi d'argento ad esigere il giusto quanto terribile compenso per il dono concessole. Ne fa le spese il vecchio boscaiolo Slim ed il suo vecchio cane Russel la notte di luna in cui Sara esce nuovamente in cerca di carne umana. La polizia segue con sgomento la vicenda senza poter fare nulla. La città rimane completamente nel panico, indifesa ed inerme di fronte alla forza devastante della belva. Nessuno riesce a capire come mai non si riesca a trovare nessuna traccia, nulla di nulla che porti avanti le indagini. La gente, impaurita e spazientita dalla assoluta assenza di risultati da parte della polizia, forma dei gruppi volontari di vigilanti. Comincia a farsi avanti la leggenda del mostro, accarezzata solamente dai pensieri più remoti e nascosti nell'anima delle persone. Un mostro sanguinario che con la luna piena esce allo scoperto per uccidere. Le istituzioni però, e tutti gli organi competenti, smentiscono a chiare lettere queste voci nelle numerose conferenze stampa che dovranno affrontare per cercare di tranquillizzare e tenere a bada i cittadini. Leggende e basta, figlie dell'ignoranza e dell'isteria collettiva, riferisce il sindaco di Southcreech. La polizia avrebbe risolto il caso nelle prossime ventiquattro/quarantottore, così i giornali di mezzo mondo tuonavano sicuri, certi ora che sembrava ci fossero delle piste concrete. Ma quelle tracce, peli di animale accanto ai resti, confondono maggiormente tutti, rigettandoli nella confusione più totale. Intanto la luna sorge ancora una volta e ne faranno le spese altri tre ragazzi usciti in barba ai genitori per una notte brava nascosti in un capanno abbandonato nella foresta. Ogni volta che Sara uccideva, Dave aveva incubi sempre peggiori ed opprimenti che sconquassavano la sua anima. Il mattino seguente, un attimo prima era a rimurginare su ciò che era nuovamente accaduto, ed un attimo dopo si ritrova nuovamente perso nella foresta. Il silenzio diventa minaccioso mentre il vento soffia leggero tra le fronde degli alberi innevati. Mentre cerca di ridestarsi da quel tepore che sempre lo avvolge in quei momenti, furtivo e silenzioso, compare dal nulla di fronte a lui un grosso lupo. Enorme e feroce, con gli occhi di fuoco e la bocca spalancata a digrignare le lunghe zanne, lo osserva cauto. Dave rimane bloccato dalla paura, certo che ormai la sua fine è giunta, Si guardano negli occhi senza muoversi di un millimetro ancora per alcuni istanti. A lui sembreranno eterni, in attesa che la morte giunga. Il lupo si avventa su di lui mostrando le enormi zanne grondanti fetida bava. E' su di lui, gli ringhia contro ma non lo azzanna. Con le possenti zampe, lo tiene bloccato a terra con la schiena che affonda nella neve. Il suo cuore sembra voler esplodere, la paura ed il terrore lo assale impietoso. Occhi negli occhi si osservano come ipnotizzati. Alcuni lunghissimi istanti ed il suo ululato squarcia il silenzio sceso tetro sulla foresta e le orecchie di Dave. Poi, così come è arrivato, lascia il suo corpo a terra e scompare nel nulla lasciando in Dave solo un impietrito terrore ed il puzzo selvaggio dell'animale. Dave non sarà più lo stesso dopo quell'incontro. Mentre cerca di alzarsi sulle braccia ancora tremanti, sente sotto le mani, semi coperto dalla neve la presenza di un oggetto ancora più freddo della neve stessa. E' un braccialetto, lo stesso braccialetto che aveva visto al braccio di Sara il giorno in cui erano stati assieme. Il panico lo assale, nuovamente e la sua mente già sconvolta riprecipita nel caos. Riesce a tornare in albergo, vuole parlare con Sara, cercare di capire cosa gli stia succedendo e cosa possa centrare Sara con quegli strani quanto orribili eventi. Alla TV apprende la notizia di altre morti e decide di correre da Sara per raccontargli dell'accaduto e per cercare di capire quali connessioni potessero esserci tra lei e le vittime. Inizia davvero a pensare che possa centrare qualcosa con gli omicidi. Inesistente in lui l'idea che possa trasformarsi in una belva certo, ma sicuro che in qualche modo, sia collegata alle stragi di quei giorni nefasti. L'incontro con lei è tutt'altro che semplice, lei lo ascolta cupa e cerca di rassicurarlo. Dave ancora confuso e sconvolto cede però alla sua bellezza. Sara intimorita e preoccupata per quanto gli fosse successo decide con coraggio, che l'unico modo per sviare la conversazione sarebbe stato quello di lasciarsi andare; dopo tutto anche a lei Dave piaceva, e molto. Rapiti da una passione trabordante, dopo alcuni istanti di esitazione, si lasciano andare e fanno l'amore davanti al fuoco del caminetto acceso mentre trascorrono la notte assieme morbidamente stesi sui cuscini del divano gettati a terra nell'impeto di quei magici momenti. Lei nell'impeto della passione , in un gesto carico di sensualità selvaggia, lo morde su di una spalla. La ferita è lieve e la cosa passa quasi inosservata. Per quella notte, quasi magica il mondo intero sembra scomparire, le preoccupazioni e le tensioni di quei giorni, scompaiono spazzate via dalla rovente passione che li travolge. Il giorno dopo però gli incubi ritornano pesanti su di entrambi. Dave torna in albergo per scrivere alcuni pezzi e Sara rimane a casa a rimurginare sull'accaduto. I suoi sentimenti sono contrastanti, rimbalzano pericolosamente tra il sentimento che ormai prova per Dave e la preoccupazione che possa fargli del male, standogli vicino. Si fa nuovamente notte e Sara , costretta da dolori lancinanti deve uscire ancora per cercare, inutilmente, di sfuggire al suo destino. Una ronda della polizia, si trova nelle vicinanze e la vede uscire di corsa da casa. Non dovrebbe dopo il coprifuoco. Gli agenti la chiamano vedendola fuggire verso i margini della foresta. Ciò che succederà sarà solo orrore e morte. Anche i due agenti, perderanno la vita sotto i colpi del mostro nel folto della foresta. Il giorno dopo Sara, distrutta ormai dai sensi di colpa, anche perchè questa volta sono stati due agenti della polizia a morire, in un impeto di coraggio e voglia di chiudere un capitolo ormai aperto da troppo tempo, decide di raggiungere Dave in albergo e raccontargli tutto. Vuole farla finita, non riesce più a sopportare che questa cosa vada ancora avanti. E' stanca di tutte queste morti. Spera che Dave possa davvero aiutarla a trovare una soluzione al suo dramma. Nel frattempo Dave in albergo non si da pace, non riesce a capire cosa possa centrare Sara con quello che sta succedendo in città, ed ha il timore reale che possa davvero essere coinvolta nelle stragi. Se ne sta innamorando, una sensazione nuova per lui, dolce come il miele e pericolosa come veleno. Non potrebbe sopportare una cosa del genere. Sara lo raggiunge in albergo sconvolta, stanca per la notte di caccia e fragile psicologicamente come un fuscello al vento. In lacrime racconta tutto a Dave il quale rimane completamente sconvolto da ciò che ha appena ascoltato. Gli racconta della sua nascita, del racconto dei suoi genitori quando l'hanno riportata in vita nella foresta, gli racconta di quei raggi di luna illuminarle il viso di neonata ed illuminarla di vita e gli racconta del suo fardello più grande, quello di aver ucciso i suoi genitori e di continuare ad uccidere nelle notti di luna. Gli racconta della paura di averlo contagiato la notte precedente con quel piccolo morso. Il lato ragionevole di lui però prevale, o forse solamente la mancanza di coraggio per affrontare una cosa del genere. Credendola folle ed assolutamente convinto che un racconto del genere non possa essere vero, vuole mandarla via. Lei, sentendosi tradita da Dave, dall'unica persona che credeva potesse aiutarla e, presa dal panico, scaraventa Dave contro il muro in un moto di follia crescente, presa dalla rabbia e dal terrore di rimanere completamente sola con il suo pesante fardello. La situazione degenera anche se Dave cerca di calmarla sempre più convinto che sia folle tutto ciò e che forse lei non è la persona che credeva di conoscere. Se tutto ciò che le ha raccontato fosse vero, l'unica soluzione sarebbe rifugiarsi nella follia più pura e se anche centrasse davvero qualcosa con le vittime, non come racconta lei ovviamente, sarebbe comunque una persona da curare, per cui decide di non voler avere più nulla a che fare con lei, vuole andar via da li da quella maledetta città e fuggire soprattutto da lei. Sara, provata dalla reazione di Dave, dopo lo sforzo profuso sia fisico che psicologico per cercare di convincere Dave a crederle, sviene nella sua camera in preda ad uno stress emotivo fuori dal normale. Dave l'adagia sul suo letto in attesa che si svegli e, completamente rapito da quegli ultimi accadimenti, con il cervello in pappa, chiama Foster, il commissario di polizia di Southcreech per parlargli dell'accaduto. Sara nel frattempo si sveglia ed ancora sotto shock, mentre guarda Dave in lacrime accanto a lei, sente la prepotenza della belva venir fuori, spingere per uscire e condannarla ad una dannazione eterna. Abbandonata dalla sola persona che credeva potesse aiutarla, in un raptus di consapevole follia, mentre i suoi occhi diventano gialli e s'infiammano e la voce roca gli sale dalla gola, afferra il coltello che Dave, appassionato da una vita, aveva acquistato in un negozietto in città nei primi giorni della sua permanenza e tenuto in bella mostra sul comodino e si taglia la gola in un ultimo disperato tentativo di resistere alla forza della belva. Dave scioccato e terrorizzato non ha il tempo di fermarla mentre muore dissanguata sul suo letto. La polizia arriverà dopo pochi minuti e, una volta raccontato l'accaduto, lui viene portato in commissariato per la deposizione ed in attesa che l'autopsia confermi la sua versione. Dopo alcuni giorni, Dave lascia la città per tornare a New Town, in cerca della serenità perduta. Non dimenticherà mai Sara e ciò che è successo e non si riprenderà mai più del tutto. Nei giorni a seguire però qualcosa in lui inizia a cambiare, avverte un disagio diffuso ed un irrefrenabile stato d'ansia s'impossessa della sua mente. Impossibilitato a lavorare, rimane chiuso in casa senza più mangiare né dormire. Gli incubi lo assalgono ed il ricordo vivo del suicidio di Sara lo assale feroce non lasciandogli scampo. Ormai gli incubi sono quasi reali, ed in una delle sue notti insonni, mentre guarda con lo sguardo perso e vuoto il soffitto, una presenza mostruosa gli si materializza accanto, nell'ombra. Fugace come nebbia di primo mattino, cercherà di avvertirlo del suo cambiamento imminente, aggressiva e feroce cerca di trascinarlo nel buio. Quella stessa notte, si ritroverà a mangiare carne cruda appena tirata fuori dal freezer, nudo ed in preda a forti tremori nella sua cucina. Aspetterà l'alba solamente per rendersi conto che sta impazzendo. La sera dopo, esce di casa in uno stato confusionale, alla ricerca di chissà cosa. Avverte un bisogno di cibo, una sete strana ed un bisogno incontrollabile di carne viva. In un vicolo buio e deserto, illuminato solamente dai raggi di una luna quasi piena, azzanna al collo un cane randagio dopo aver graziato un barbone nascosto tra cartoni ed immondizia li vicino. Solo le nuvole e la pioggia incessante lo farà tornare in se nascondendo la luna beffarda ed in preda allo shock per ciò che è stato in grado di fare fugge via lontano sotto la pioggia battente con il sapore ancora in bocca di un sangue dal sapor di ruggine ed i frammenti di carne tra i denti. Non ha il coraggio di guardare quello scempio e confuso come mai, scappa il più lontano possibile da quel posto. In preda a fremiti e rapito dal freddo umido della pioggia, Dave corre via senza guardare dove. Lo shock è ancora troppo grande, l'idea di aver perso la sua vita e le parole di Sara che tornano prepotenti nella sua mente a ricordargli che tutta la vicenda è vera e che anche lui è stato contagiato dalla maledizione , gli tritano le tempie. Un camion in strada non riesce a fermarsi perchè Dave attraversa senza guardare da una parte e dall'altra. Lo schianto è inevitabile e lui finisce a terra incosciente dopo un volo di alcuni metri, sbalzato dall'urto del camion. Nei suoi occhi, negli ultimi istanti prima che si chiudano, la sagoma di Sara dall'altro lato del marciapiede con le mani e gli occhi insanguinate lo osserva quasi dispiaciuta. Due mesi dopo l'incidente, Dave attende la luna nuova ancora incosciente nel suo letto. Non da segni di vita ma la belva che ormai alberga in lui attende fremente la madre luna per venir fuori. La luna reclama suo figlio dopo aver perso la sua figlia prediletta. Dave nel letto attende che tutto si compia. Ancora in coma sogna i fatti terribili che gli sono capitati. Tutto ruota nel suo cervello assente come spinto dalla forza di un uragano. La prima notte di luna piena non tarda ad arrivare e Dave, inizia a dare i primi segni di vita. Le pulsazioni del cuore iniziano ad essere più veloci, l'attività cerebrale si rianima di una forza ancora misteriosa. Scosso anche lui da fremiti, inizia a cambiare mentre i dolori del cambiamento si fanno sempre più atroci. Ancora incosciente, comincia a trasformarsi, il corpo si riempie di peli mentre le ossa scricchiolano di dolore. Riesce ad alzarsi dal letto spinto da fremiti innaturali mentre la luna, alta e luminosa in cielo, osserva gioiosa il ritorno della belva. Si trascina verso la porta, spinto da un bisogno primario di fuggire lontano, spinto dalla necessità di respirare l'aria della notte e cercare aiuto in quella luna che lo attendeva fremente. Una volta in corridoio, si trascina verso le scale, ma l'infermiera del turno di notte, l'unica presente in sala rianimazione quella notte, lo guarda claudicante in terra trascinarsi a fatica. Nell'ombra delle luci di cortesia dell'ospedale, non nota subito il suo aspetto e gli va incontro per dargli aiuto mentre lo chiama spaventata. Nel mentre Dave riesce ad alzarsi e si pone di fronte a lei in tutta la sua poderosa statura. Ormai quasi del tutto trasformato, i suoi occhi fiammeggianti rivelano tutta la ferocia della belva ormai fuori, l'infermiera si blocca di scatto nel vedere quella figura imponente e mostruosa di fronte a lei. Incredula e sbigottita, rapita dal terrore non riesce a gridare e chiamare aiuto mentre Dave, in un ultimo briciolo di umanità, terrorizzato da quanto gli sta accadendo, biascica le parole “ la sci mi and re...”e trova la forza per non uccidere la donna e fugge verso le scale. Si lancia disperato contro la vetrata della finestra che da sul portone d'ingresso dell'ospedale. Uno scoppio di vetri infranti ed il tuffo nel vuoto. La luna continua ad osservare impassibile la scena. Lo schianto è terribile, dal settimo piano dell'ospedale un salto nel vuoto lungo una vita. L'urto a terra è fatale, Dave nei pochissimi istanti prima di chiudere gli occhi una volta a terra, ritrova Sara sorridente che gli tende le braccia radiosa. Poi più nulla. Il buio lo avvolge, lo libera, quel buio rassicurante, caldo come una coperta d'inverno, lo culla nel suo ultimo viaggio. Un lungo ed infinito sogno senza più zanne ed artigli a graffiare la sua vita. Quel barlume di lucidità, ancora presente in lui, gli ha permesso di salvarsi, di salvare l'umanità da un flagello terribile. Forte e consapevole ora di quanto fosse stato vero e reale quanto raccontato da Sara, Dave riesce a porre fine, prima ancora che inizi, ad una tragedia annunciata. La sua morte libera il mondo dalla stretta morsa della luna. Alcuni mesi dopo, nella foresta di Southcreech, in un mattina di giugno, soleggiata e luminosa, un ragazzo, un cacciatore insegue in silenzio due cervi nella boscaglia. Preparatosi a sparare da dietro un cespuglio, con la canna del fucile ben nascosta dietro il fogliame, sta per fare fuoco quando improvvisamente un fruscio crescente rapisce la sua attenzione. Dal fitto della foresta spuntano veloci come un lampo due enormi lupi, rapidi come una scossa elettrica, si avventano sulle prede indifese. I cervi non hanno il tempo di reagire, rapiti dalla confusione del momento e dalla paura. Impietriti vengono attaccati alla giugulare senza lasciargli scampo, sotto gli occhi impietriti del ragazzo. Paralizzato dal terrore, non riesce a fuggire ed osserva inerme la scena, terrorizzato dalla minaccia incombente. I due grossi animali, mentre sbranano i cervi, si accorgono di una presenza dietro i cespugli, si voltano per cercare di trovare dietro il fogliame gli occhi terrorizzati del cacciatore, ma anzicchè attaccare anche lui, fuggono via improvvisamente, rapidi così come erano comparsi. Ciò che il ragazzo non dimenticherà mai sarà il fatto che gli animali, nel fuggire si alzeranno sulle zampe posteriori come umani, ed evanescenti come nebbia scompariranno tra gli alberi. Lasceranno solamente una grossa pozza di sangue sul fogliame umido; anche i resti dei corpi dei cervi svaniranno come fumo nel vento. Il ragazzo a stento riuscirà a tornare al suo pic up, tremante e sconvolto; e non metterà mai più piede in quella dannata foresta “ dove creature infernali camminano ancora con piedi animali ”.

Giampiero Daniello
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